La comunità educante:

qualche riflessione ulteriore

"Per crescere un bambino serve un intero villaggio."

(proverbio Africano)

Ho deciso di citare questo proverbio perché ci dà la misura di quanto sia importante costruire relazioni significative fuori e dentro le scuole per far crescere un ragazzino; la scuola deve avere questa consapevolezza tanto più, come ho sempre sostenuto, noi accogliamo i bambini e le bambine a tre anni e li accompagniamo per ben undici importanti anni della loro crescita. Ma da sola l'istituzione scuola non puó farcela - anche se rimane il presidio democratico più importante di ogni territorio-; serve uno stretto rapporto con la famiglia ed un rapporto di collaborazione significativo con le agenzie formali ed informali presenti su un territorio.

Ecco perchè é importante la conoscenza della comunità che si muove intorno alla scuola (costruzione di una mappa informativa) e a seguire la costruzione di Patti educativi territoriali che partano dalla "visione " di ogni appartenente al gruppo del valore che la scuola può assumere in quel determinato territorio fino a concretizzarsi in azioni specifiche e dettagliate di chi fa che cosa. Questo lavoro minuzioso ed attento deve avere come regista dell'educazione la scuola complessivamente intesa ( dirigente, docenti, personale amministrativo e perfino i collaboratori scolastici che dentro ogni edificio registrano ogni giorno "il clima educativo").

Per coniugare l'educazione formale con quella non formale ed informale serve la definizione accurata di un "Patto di comunità"che sia monitorato nel tempo evidenziandone poi i risultati e le azioni di miglioramento che scaturiscono ogni volta che il patto viene sottoposto a verifica e valutazione.

Francesco De Bartolomeis, Idana Pescioli, Franco Frabboni negli anni '80 del secolo scorso ed oggi anche il Ministro Patrizio Bianchi parlano nei loro libri dell'importanza della formazione dei ragazzi e dei giovani nella scuola e fuori da essa in un percorso educativo condiviso che fa dell'intero territorio un "Comunità Educante".


L'Istituto Mariti ha costruito negli anni relazioni importanti sul territorio per il contrasto alla povertà educativa (nelle pagine di questo sito si vedono tante azioni fatte con molteplici soggetti ) a partire da quelle fondamentali con gli enti locali.

Nell'immagine dell'Approccio Globale al curricolo pubblicata nella seconda pagina di questo site, il cerchio esterno mette in evidenza i soggetti di queste relazioni che sono state spesso punti di partenza per l'impostazione del lavoro educativo sul territorio ed alcune volte punti di arrivo.

A che cosa serve il Patto di comunità : prospettive e senso

Prendo a prestito un testo scritto da Anna Maria Palmieri (attuale assessore all'istruzione del Comune di Napoli) per la presentazione del Patto di Comunità per alcuni quartieri di Napoli.

"I “Patti Educativi di Comunità” sono una modalità di costruzione della “comunità locale” che si assume la responsabilità di essere “educante” e per questo capace di assumere i percorsi di crescita e educazione delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi come propria responsabilità. Individuando come priorità la cura e la presa in carico delle situazioni di maggior fragilità, lavorando per rimuovere le disuguaglianze e per prevenire e contrastare la povertà educativa

I patti territoriali riconoscono la funzione costituzionale della scuola e gli obiettivi del sistema pubblico di istruzione e li sostengono. Per questo non sono, e non devono essere, una procedura per svilire la funzione pubblica della scuola attraverso la delega ad altri della propria responsabilità educativa. Sono piuttosto il momento in cui la funzione di istruzione e di formazione alla comprensione del mondo contemporaneo, a cui il sistema scolastico pubblico deve rispondere, si arricchisce delle specificità e delle chiavi di lettura che la dimensione locale suggerisce, favorendo lo sviluppo delle capacità di bambine/i e adolescenti e la crescita delle competenze di cittadinanza di tutte e di tutti.

I Patti si basano su un approccio partecipativo, cooperativo, solidale di tutta la società e, per questo - richiamando l'art. 118 della Costituzione – si configurano come strumenti per siglare alleanze territoriali tra scuole, enti locali, soggetti del terzo settore e del civismo attivo centrate sulla pari dignità e sul reciproco riconoscimento di tutti gli attori coinvolti."


Ed ancora

"Il Patto educativo è anche un processo, che chiaramente va declinato territorialmente, quindi per forza di cose flessibile, che offre delle cornici per far assumere il tema della responsabilità educativa alla scuola, ma anche agli altri soggetti della comunità. Trasforma la comunità in comunità educante, in cui tutti assumono la responsabilità educativa come propria."

(da un articolo della Rivista Senza Zaino - n.4 , dicembre 2020, Edizioni Erickon - che pubblica una intervista ad Andrea Morniroli.....)

Immagini della mostra d'arte contemporanea realizzata nella scuola primaria di Cenaia ed aperta nei giorni festivi a cittadini interessati.

-Una delle tante mostre-


Grafico progettuale di sintesi delle relazioni della scuola con il territorio vicino e lontano.