La formazione permanente

Una premessa. Le azioni qui descritte sono sempre state orientate alla costruzione di una comunità professionale che si interroga, ricerca , definisce percorsi metodologici e didattici frutto di un lavoro formativo comune.

Cinque nodi (le scelte organizzative della dirigente) hanno legato le diverse decine di attività di studio ricerca che si sono svolte in questi quasi 23 anni di attività formative organizzate e finanziate dall'istituto:

1) l'attività formativa riguarda l'intero collegio ed è obbligatoria quando deve segnare una crescita collettiva rispondendo a bisogni evidenziati

2) la formazione deve essere organizzata anche per piccoli/grandi gruppi che richiedono formazione specifica nell'ottica di apprendimento differenziato anche per gli adulti

3) l'istituto finanzia attività di formazione esterna a singoli docenti purchè ci sia una ricaduta culturale e didattica sull'intero collegio o settori di esso

4) l'attività formativa ha le caratteristiche della ricerca azione coniugando teoria e pratica quindi attività di studio ed esperienza in classe

5) lo scambio di pratiche fra i docenti è considerata attività formativa fondamentale e si realizza almeno una volta all'anno costruendo l'archivio delle buone pratiche.

1) L'attività formativa riguarda l'intero collegio

Ci sono momenti in cui è fondamentale crescere come collegio docenti per dare una spinta innovativa alle attività didattiche nelle classi o organizzative per l'intero istituto. Racconto tre esempi che hanno segnato importanti crescite collettive:

anno scolastico 1997/1998 e seguenti: avvio della costituzione della comunità professionale in direzione nonviolenta. Le attività formative hanno coinvolto l'intero collegio su temi come i giochi cooperativi, la costruzione della Carta dei Valori, la comunicazione nonviolenta.

anno scolastico 2002/2003 e seguenti: l'istituto aderisce alla sperimentazione proposta da IRRE che coinvolge in principio solo la scuola primaria. Tutti i docenti partecipano alla formazione di base.

anno scolastico 2010/2011 e seguenti: inizia il rapporto con INDIRE per la formalizzazione dell'idea in Avanguardie Educative sul tema dell'apprendimento differenziato. Tutto il collegio avvia la ricerca azione su questo tema.

2) La formazione per piccoli/grandi gruppi

Con attenzione all'analisi dei bisogni formativi nati anche dalla raccolta dati sui risultati di apprendimento dei ragazzi, consapevole che il collegio dei docenti è composto da professionalità diverse per esperienza e cultura, è stato necessario differenziare le attività formative sulla base delle diverse esigenze di gruppi articolati sui tre ordini di scuola oppure gruppi/collegi di settore. Anche qui solo alcuni esempi:

  • Attività formative per i docenti del dipartimento di matematica e scienze, dall'infanzia alla secondaria, per più anni ed ancora in atto

  • Attività formativa triennale per i docenti che insegnano musica dall'infanzia alla secondaria

  • Attività formativa annuale per i docenti della scuola secondaria sul tema "La gestione della classe in direzione nonviolenta"

  • Attività formativa biennale per i docenti della scuola dell'infanzia sul tema "L'innovazione scioglie i confini"

3) L'istituto sostiene la formazione di singoli docenti

Le diverse professionalità dei docenti, la passione e l'impegno che mettono nel loro lavoro fanno la differenza e, non avendo altri strumenti per riconoscere tale impegno, sin dagli inizi degli anni 2000 ho sostenuto economicamente alcuni bisogni formativi di singoli docenti purché questa attività formativa avesse una ricaduta sul lavoro didattico nelle classi per più persone.

Un esempio: agli inizi del 2000 tre docenti mi espressero la voglia di formarsi a Nevegal durante il mese di luglio sui temi delle difficoltà di apprendimento. L'iscrizione ed il soggiorno erano onerose per cui fu deciso che l'istituto avrebbe sostenuto le spese di iscrizione purchè al loro ritorno ci fosse una presentazione al collegio. Da quegli anni di formazione di un piccolo gruppo, oggi l'intero collegio di scuola primaria lavora sulla prevenzione delle difficoltà. (Progetto Einstein)


4) L'attività formativa è ricerca azione

Come per i ragazzi, anche per i docenti l'attività formativa non può essere solo frontale e tutta teorica.

Grazie anche alla mia esperienza di ricerca teorico-pratica nel gruppo universitario guidato dalla prof.ssa Pescioli ho sempre ritenuto opportuno fornire ai docenti opportunità di formazione che unissero la formazione teorica con la costruzione di itinerari di lavoro dentro le classi con gli alunni.

La formazione promossa e sostenuta dall'istituto sia per piccoli gruppi , sia per l'intero collegio, ha sempre coniugato teoria e pratica con ricadute evidenti sul lavoro delle classi che sono cresciute in qualità sia nella ricerca di metodologie di insegnamento da parte dei docenti sia in termini di risultati di apprendimento da parte dei ragazzi. Attivare i docenti in questa duplice direzione è sicuramente una scelta vincente anche nella loro motivazione alla partecipazione alle formazioni obbligatorie.

5) Lo scambio di pratiche è considerata attività formativa fondamentale almeno 1 volta all'anno

Ogni anno dal 1998 in poi, al termine dell'anno scolastico, abbiamo dedicato alcuni giorni definiti ironicamente "la settimana santa" allo scambio di buone pratiche tra i docenti. All'inizio orientavo la scelta delle buone pratiche da vedere, discutere, confrontare chiedendo ad ogni team/consiglio di classe di presentare quanto avevano documentato su una specifica attività realizzata. Con il passar degli anni abbiamo poi definito collegiamente alcune pratiche su cui le classi/le scuole potevano lavorare ed al termine dell'anno il confronto avveniva sul tema scelto (es. differenziazione apprendimento, valutazione ragazzi, materiali didattici utilizzati ecc).

Questi momenti di incontri, utili sicuramente per migliorare la didattica, sono stati importanti per la conoscenza dei docenti tra di loro, per socializzare, per costruire l'identità e l'appartenenza all'istituto.